mercoledì 21 maggio 2008

La Velina azzurra
20 Maggio 2008

Il pensiero libero cresce. Ha scoperto la tirannia del suo nemico, il pensiero unico globale. Conosce il volto delle oligarchie, le false divisioni ideologiche, le manipolazioni di massa. Spera che tra i nuovi e i vecchi oppressi, con un comune scatto d’orgoglio e di passione, si realizzi un nuovo blocco sociale per la salvezza del Paese. Il pensiero libero non guarda lontano ma vicino. Sa che l’arma più potente degli oppressori è la disinformazione. Questa newsletter vuole dare un contributo a neutralizzarla.



COMPLOTTI GLOBALI


SI REALIZZA LA MINACCIA

DELL’ECONOMIST

BERLUSCONI NON AVRA’ TREGUA

DEVE ANDARSENE SUBITO


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) Non appena ottenuta la fiducia dal Parlamento, il nuovo governo di centro-destra di Silvio Berlusconi è entrato in un ciclone violento, una tempesta sull’Italia, una Babele di grida, attacchi e provocazioni provenienti dall’interno e dall’estero, in cui non è facile ricavare una minima linea logica. I guastatori sono in piena azione in attesa del consiglio dei ministri straordinario di domani a Napoli. Bersaglio preferito un “decreto sicurezza” di cui in realtà si sa poco e niente, che vorrebbe solo ripristinare nella giungla italiana minime condizioni di legalità e di giustizia. Ma, evidentemente, questo non deve essere fatto. L’Italia deve restare così com’è. Tra le provocazioni va inclusa ovviamente l’improvvisa e misteriosa furia dei napoletani per l’emergenza rifiuti, scoppiata con incendi e barricate proprio alla vigilia dell’arrivo del Cavaliere in città. Chi conosce certi linguaggi sa che una coincidenza del genere non è altro che una minaccia mafiosa. Significa che se Berlusconi tenterà davvero di risolvere la questione napoletana, sarà peggio per lui.

Questo clima marcio e velenoso, sadicamente alimentato dai mass media italiani e internazionali, rischia di paralizzare e sommergere un governo che non ha fatto ancora nulla né di bene né di male: un governo che parte comunque in condizione strutturale di debolezza per la natura stessa dei governi di Berlusconi, ma anche come qualsiasi organo esecutivo o politico di destra o sinistra che tenti di fare qualcosa per modificare lo statu quo e strappare questo disgraziato Paese al suo declino. Abbiamo più volte denunciato forze e interessi internazionali che, per lucida pianificazione o per antiche gelosie e miserabili calcoli di convenienza oppure semplicemente per conformismo, ostacolano fin dal 1993-94 ogni autonomo tentativo di ripresa, premendo in molti modi visibili affinché l’Italia si arrenda alle regole neocoloniali dettate dalle ben note oligarchie finanziarie, oppure che sprofondi in condizioni sempre peggiori, cedendo agli avvoltoi i propri mercati e le proprie posizioni internazionali. Non a caso l’aggressione appena scattata contro il governo Berlusconi è identica a quelle già avvenute con l’insediamento dei suoi primi due governi, nel 1994 e nel 2001, in attuazione delle minacce preventive lanciate ogni volta dall’Economist.

Anche questa volta, il settimanale britannico aveva proclamato sia prima delle elezioni italiane (un editoriale nel gennaio 2008) sia dopo la vittoria elettorale (aprile 2008) che Berlusconi è inadatto (unfit) a governare. Il 16 aprile The Guardian scriveva che "gli italiani si pentiranno della scelta che hanno fatto". L’Italia è tornata ad essere ciò che più volte è stata nella sua storia: la pancia molle dell’Europa. Ed oggi è soprattutto l’anello debole tra i Paesi europei più strategici. Mantenere la Penisola in una condizione di instabilità permanente significa anche intimidire gli altri; creare un largo vuoto nell’Europa del Sud; impedire una nuova politica comune energetica, mediterranea e balcanica insieme con Francia, Germania e Spagna. Una politica europea libera e autonoma rispetto agli interessi anglo-americani.

E quindi le forze che controllano i mass media e vari centri tattici sono passate subito ai fatti, svelando un piano chiarissimo: Berlusconi non avrà alcuna chance di governare tranquillamente, con il rischio che riesca a risolvere qualche problema italiano, uscendone fuori come un mito. Un rischio che certi poteri forti non possono permettersi. Un erede di Peron in Europa sconvolgerebbe tutti i piani. No, gli salteranno addosso subito, è già chiaro.


FOLLIE DIPLOMATICHE

FRATTINI MANDA RONCHI A MADRID

A “SPIEGARE” CHE BERLUSCONI

NON HA BISOGNO DELLO PSICHIATRA


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) In attesa di sapere come la prenderà Berlusconi, non c’è che restare agghiacciati davanti all’ultimo capolavoro del ministro degli esteri Franco Frattini. Non appena da Madrid è arrivata la bordata di offese all’Italia, al suo governo e al suo presidente del consiglio, Frattini ha risposto con un soffio di voce che si trattava di dichiarazioni “inaccettabili”, usando l’espressione più blanda possibile nei rituali diplomatici. In qualsiasi Paese sovrano, il ministro avrebbe rimandato la palla dall’altra parte, richiamando subito il proprio ambasciatore e congelando le relazioni diplomatiche al livello di incaricato d’affari. E avrebbe legato il ritorno alla normalità alle scuse formali pronunciate dalla ministra Bibiana Aido all’ìndirizzo del Cavaliere. Così si trattano queste cose. E gli spagnoli, sapendo di avere torto marcio, avrebbero certamente abbassato le orecchie.

Ma il peggio è venuto con i due passi successivi della Farnesina. Primo, . effettivamente Frattini ha richiamato al ministero l’ambasciatore Pasquale Terracciano per consultazioni. Ma per non apparire troppo determinato con gli spagnoli, non lo ha detto. Incredibilmente il Servizio stampa del ministero ha dettato poche righe all’agenzia Ansa per riferire che Terracciano aveva previsto da tempo il viaggio a Roma e Frattini ne ha colto l’occasione per farsi una chiacchierata sulle offese al nostro capo del Governo. Qualcosa tipo: “Oh, che combinazione, Terracciano, Lei a Roma!. Venga in ufficio, che parliamo un po’ delle sedute psichiatriche di Berlusconi”.

La seconda mossa di Frattini appartiene proprio al regno della follia: ha annunciato che un membro del governo, nella persona del ministro delle politiche europee Andrea Ronchi, andrà a Madrid domani o dopodomani per “spiegare” –proprio così ha detto: “spiegare” agli spagnoli- la politica italiana in materia di sicurezza, immigrati clandestini, zingari, etc. E quindi il debuttante Ronchi, con tutta l’arte diplomatica acquisita nelle sue esperienze giornalistiche con l’ingegner Rebecchini, “spiegherà” anche che il Cavaliere Silvio Berlusconi non è affatto un soggetto da manicomio, come sembra agli spagnoli, e neppure un “delinquente”, come ha detto testualmente il vecchio leader socialista Alfonso Guerra.

Non sappiamo se qualcuno dello staff diplomatico del ministro Frattini abbia sentito il dovere di sconsigliargli questa follia. sappiamo se, magari per improvvisa folgorazione di qualcuno, Ronchi verrà fatto partire davvero per Madrid, a giustificarsi con un governo tanto ostile, che ha dimostrato di non conoscere l’abc dei rapporti internazionali: un gallinaio di sedicenti ministre incoronate dalla demagogia dell’attuale leader del socialismo spagnolo. In questa aggressione dilettantesca, in questa furia irrazionale, è facile però ravvisare quello stesso odio ideologico che scatenò la guerra civile spagnola. L’Italia fascista mandò le sue truppe per risparmiare in quel Paese gli orrori del comunismo internazionale, che però avrebbero lasciato alla Spagna di oggi un’eredità indelebile, come nei Paesi che hanno ben conosciuto quel morso. Forse fu uno dei tanti errori del Fascismo.


IDENTITA’ E MILIZIA POLITICA

DELLE MINISTRE ROSA DI ZAPATERO


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) Nessun giornale italiano ha indagato sulle due ministre rosa di Zapatero. La vice presidente del governo María Teresa Fernández de la Vega, quella che ha accusato gli italiani di xenofobia e razzismo, è anche il portavoce del governo. E quindi le cose che dice sono comunicazioni ufficiali. La sua professione è rivelatrice: è un magistrato o più esattamente un Secretario judicial, membro militante della potente associazione “Giudici per la democrazia” che equivale alle nostre correnti ex comuniste della magistratura italiana. E si sta battendo per abolire le riforme penali introdotte dal precedente governo popolare di Jose Maria Aznar. E’ dunque facile capire i motivi dell’aggressione al nuovo governo italiano di centro-destra che vorrebbe seguire la strada dell’alleato Aznar.

Della stessa associazione fa parte anche l’attuale ministro dell’interno spagnolo José Antonio Alonso. Siamo nel centro della lobby della magistratura europea, che prende gli ordini dalla britannica “Transparency International”. E guarda caso la De la Vega è amica proprio del magistrato Baltazar Garzon, quello che da tempo spera di poter arrestare Berlusconi. Quanto alla trentunenne scugnizza Bibiana Aido è sufficiente sottolineare che prima di essere chiamata nel governo di Zapatero dirigeva un’agenzia per lo sviluppo del Flamenco gitano. E quindi la sua missione principale è tutelare la cultura rom.


MARCIA INDIETRO DI FRATTINI

SUL MANDATO DI UNIFIL-2

ADESSO SPERA CHE HEZBOLLAH

SI DISARMI DA SOLO


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) - Il ministro degli esteri Franco Frattini ha infilato una dopo l’altra una serie di perle diplomatiche che vanno segnalate. Prima ancora della formazione del governo si era spinto imprudentemente in avanti sostenendo la necessità di modificare le regole d’ingaggio della missione militare in Libano. Dopo qualche insistenza, ha dovuto cambiare idea. Qualcuno gli ha spiegato che una modifica del genere spetta all’Onu e non può essere fatta dal governo italiano. Insomma una clamorosa marcia indietro dopo che per alcuni giorni tutti i mass media italiani ripetevano che il nuovo governo di Berlusconi avrebbe riesaminato le regole d’ingaggio dell’Unifi-2.

Il ministro si è corretto con i giornalisti al vertice di Lima in Perù dichiarando che “prima di fare il tagliando alla missione è necessario instaurare una situazione di controllo del territorio da parte del governo libanese, poi è chiaro che il Consiglio di Sicurezza una parola sulla 1701 la potrà dire, cioè se il disarmo degli Hezbollah dev'essere fatto solo dalle forze di sicurezza libanesi o meno”. Per fortuna, il ministro ha messo da parte la balzana idea (suggerita dagli israeliani) che spettasse alle truppe italiane di andare casa per casa e covo per covo a sfidare il “Partito di Dio”.

Ma insomma chi dovrà andare a disarmare le terribili milizie scite? L’Italia insieme con altri chiederà al Consiglio di Sicurezza una nuova dichiarazione in cui si esiga "la cessazione di ogni azione illegale" in Libano. E allora? “Beh, adesso tocca all'Hezbollah fare un passo positivo ed evitare di fare uno Stato nello Stato.” Insomma, secondo Frattini lo stesso Hezbollah dovrebbe rinunciare cavallerescamente alla propria forza militare, che è lo strumento del suo potere nel Paese. E’ raro che un ministro degli esteri fornisca alla stampa comunicazioni basate essenzialmente sui propri sogni personali.


L’ALTRO RIPENSAMENTO

DI FRATTINI: L’ITALIA VORREBBE

ENTRARE IN RITARDO

NEL CLUB CHE TRATTA CON L’IRAN


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) - Un’altro ripensamento del nuovo governo sulla politica estera riguarda l’Iran e mira in apparenza a correggere uno dei gravi errori commessi dal precedente governo di centro-destra. Nel 2003, con Berlusconi premier e Franco Frattini anche allora ministro degli Esteri, l’Italia presidente di turno dell’Unione europea restò fuori dalla troika europea (Gran Bretagna, Francia e Germania) che avviò le trattative con Teheran sulla questione nucleare. Non fu mai chiaro il motivo di questa esclusione o auto-esclusione, che portò a uno sviluppo fortemente negativo per Roma, ossia alla nascita del gruppo 5+1 (i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza più la Germania): proprio l’allargamento di fatto del Consiglio che Roma aveva sempre temuto. Adesso Frattini vorrebbe rimediare al pasticcio del 2003.

Perciò sempre al vertice Ue-America di Lima, nei suoi continui contatti con la stampa, il ministro degli esteri ha riferito di aver già fatto richiesta agli Stati Uniti affinché anche l’Italia venga invitata nel gruppo. Ed ha lasciato intendere che –chiaramente per uno scambio di favori con Washington- la Farnesina è pronta ad adottare nei confronti di Teheran una politica estera maggiormente filo-americana. In realtà il primo sospetto che viene in mente è che la proposta di una correzione anti-iraniana sia partita dagli americani. Frattini ha dato comunque questa spiegazione: “Non vogliamo un’influenza così tangibile dell’Iran sullo scenario siriano, libanese, mediorientale. Ci preoccupa. Non vogliamo una potenza nucleare nel Grande Medio Oriente. Per questo desideriamo essere dentro la partita”. Secondo Frattini gli Usa sarebbero favorevoli e la tardiva adesione dell’Italia al club 5+1 dipende solo dagli altri europei. Ma è già scontato che tedeschi si opporranno, gelosi dello strapuntino conquistato nel consiglio di sicurezza. E quindi anche questa esternazione di Frattini, come quelle sul Libano rischia di essere un wishful thinking.


INSERZIONE ALLA FARNESINA:

CERCASI DIPLOMATICI

NEMICI DEL CENTRO-DESTRA

OFFRESI POSTI E PROMOZIONI


Roma 20 maggio (La Velina Azzurra) - Frattanto il ministro degli esteri Frattini, intento a completare il proprio staff, sembra aver accettato per metà i consigli del segretario generale Gianpiero Massolo che gli suggeriva Alain Economides nella delicata funzione di capo di gabinetto. Economides, diplomatico già legato alla gestione dalemiana e “sentinelliana” della Farnesina, ha preso posto nelle stanze accanto al ministro che però non ha ancora firmato il decreto di nomina. Come vice capo di gabinetto è stata chiamata Teresa Castaldo molto esperta di rapporti con il Parlamento.

Al posto di Economides alla Cooperazione allo sviluppo è stata nominata Elisabetta Belloni, già capo dell’unità di crisi ed effettivamente uno dei migliori candidati. Massolo, che vuole affiancarla con un suo uomo di fiducia, ha indicato come vice della Belloni l’ex ambasciatore in Sudan Lorenzo Angeloni, noto per la strenua battaglia combattuta contro Barbara Contini quando venne inviata nel Darfur dal governo Berlusconi. Frattini fa queste cose: se gli vengono presentati diplomatici che hanno boicottato la Farnesina di centro-destra nella scorsa legislatura, lui li accoglie con gioia misteriosa.


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