sabato 14 giugno 2008

La Velina azzurra
14 Giugno 2008


Il pensiero libero cresce. Ha scoperto la tirannia del suo nemico, il pensiero unico globale. Conosce il volto delle oligarchie, le false divisioni ideologiche, le manipolazioni di massa. Spera che tra i nuovi e i vecchi oppressi, con un comune scatto d’orgoglio e di passione, si realizzi un nuovo blocco sociale per la salvezza del Paese. Il pensiero libero non guarda lontano ma vicino. Sa che l’arma più potente degli oppressori è la disinformazione. Questa newsletter vuole dare un contributo a neutralizzarla.



GRAZIE IRLANDA


DALLA PERIFERIA CELTICA

DELL’EUROPA L’ESTREMO VETO

ALLA DITTATURA DI BRUXELLES


Roma 14 giugno (La Velina Azzurra) L’unico popolo che si è opposto per secoli con le armi alla prepotenza inglese; l’unico che negli Usa ha saputo seriamente contrastare il dominio coloniale dell’oligarchia Wasp; ed ora l’unico che, ribellandosi al trattato-truffa di Lisbona, ha saputo vincere la stanchezza di un continente votato alla sconfitta e all’avvento integrale della dittatura anglo-bancaria. Da togliersi il cappello, signori, da abbassare le insegne e i gagliardetti, come si diceva una volta. Questi irlandesi pazzi e ubriaconi, questi selvaggi attaccabrighe e bombaroli dell’indomabile periferia del continente hanno riaperto i giochi concedendoci una residua possibilità di lotta e un’ipotesi di futuro alternativo. Dio li benedica.

C’eravamo infatti già arresi alla schiacciante superiorità del nemico. In quel magico 2005 l’orgoglioso, splendido rifiuto popolare di francesi e olandesi al Trattato costituzionale europeo aveva aperto una fase di ripensamento, uno scenario di revisione realistica sulla natura del cosiddetto processo d’integrazione europea. Quel tentativo finale di sottrarre agli Stati continentali, dopo la leva monetaria, anche gli ultimi significativi poteri per affidarli all’evanescente cupola burocratica di Bruxelles era stato bocciato e doveva essere seppellito. Per un momento l’abbiamo sperato. Ma non conoscevamo ancora l’inesauribile capacità di sopraffazione degli euro-burattinai e degli euro-fantocci. Il cosiddetto Trattato di Lisbona, poi sfacciatamente riproposto ai popoli europei, non è altro che la stessa bozza costituzionale riscritta e riciclata. Un imbroglio indegno, perpetrato sempre con lo stesso obiettivo: distruggere gli Stati europei e assemblarli in un’amorfa entità sovra nazionale senza storia e senza identità.

Questa volta i succubi capi dei governi, a cominciare dagli “americani” camuffati Sarkozy e Angela Merkel, erano stati mobilitati a procurarsi una sbrigativa ratifica nei vari Parlamenti, evitando i rischi di nuovi referendum popolari. Elementare: poiché i popoli non intendono rinunciare ai loro valori nazionali bisogna assolutamente evitare che votino. Proprio come nelle vere democrazie! Pensate: 18 Paesi europei tra cui l’Italia sono finora entrati nell’Euro rinunciando alla propria moneta per semplice decisione dei governi e senza neppure un referendum consultivo interno e nemmeno un vero confronto parlamentare. Battere moneta è il primo attributo di uno Stato sovrano mentre gli italiani un giorno lessero sui giornali che il loro governo vi aveva rinunciato decidendo esso nel nome di presunti superiori ideali e interessi europei.

Con il trattato di Lisbona si voleva fare cosa analoga. Su 27 Paesi dell’Unione 18 Parlamenti lo hanno ratificato di corsa. In Italia la Lega Nord aveva chiesto un referendum, sebbene con voce debole e pronta alla rinuncia. La storia sembrava quindi chiusa. Ma l’Irlanda ha voluto esercitare il suo diritto al referendum, ed ecco il risultato. Leggetevi la stampa nazionale ed internazionale di oggi e ridete davanti ai fantocci costernati e sconvolti, incapaci di ammettere che il grande progetto è davvero fallito; intenzionati ad andare avanti nonostante tutto e concentrati nella ricerca di una nuova frode. La regola dice che in caso di rifiuto di uno degli Stati membri il nuovo trattato decade. Ma il coro già lamenta quanto sia ingiusto che uno solo dei partecipanti possa condizionare la volontà degli altri. E invita a proseguire nelle ratifiche parlamentari. Vedrete, ci proveranno ancora.


BERLUSCONI E FRATTINI

ALLO SBARAGLIO SULLA POLITICA ESTERA

RACCOLGONO SOLO GAFFE E SCONFITTE


Roma 14 giugno (La Velina Azzurra) Dietro la commedia degli abbracci finali tra Berlusconi e un presidente americano fallito e condannato dalla storia, la nuova politica estera italiana passivamente allineatasi a quella Usa sta collezionando solo sconfitte e incredibili gaffe. I motivi sono vari: inettitudine politica dei leader e incapacità diplomatica degli alti burocrati della Farnesina, la folle presunzione dei primi e il vile servilismo dei secondi. Fin dall’insediamento di questo governo, abbiamo segnalato gli incredibili errori del nuovo ministro Franco Frattini, a cominciare dalla sottovalutazione dal ruolo politico e militare degli Hezbollah in Libano e dalla pretesa di farli disarmare dall’Unifil-2. Ma la batosta che brucia di più per l’Italia è il rifiuto degli alleati alla richiesta di entrare per motivi di prestigio nel “gruppo 5+1” sulla questione iraniana.

Dopo aver proclamato e insistito ad alta voce di voler raggiungere questo obiettivo, assai modesto e tardivo, Frattini si è svegliato di fronte alla realtà: prima ha scoperto che la Germania non vuole sentirne neanche parlare; poi che anche “l’amico Bush”, nel corso della sua visita a Roma, ha fatto un passo indietro defilandosi dalle pretese italiane cui inizialmente aveva dato un pallido sostegno. L’insistente ministro ha annunciato che andrà ugualmente a Berlino la prossima settimana per un estremo tentativo di convincere la cancelliera Angela Merkel. Ma il veto tedesco appare irrevocabile e, a meno di un vero e proprio miracolo, è ovvio che Frattini tornerà a casa con un’ennesima e poco dignitosa sconfitta.

Come il nuovo ministro degli esteri sia andato a cacciarsi in questo stupido guaio, lo sa solo lui. Era largamente prevedibile che la richiesta italiana sarebbe stata bloccata dalla Germania, la quale attraverso il piccolo club “5+1” sull’Iran non sta nella pelle per aver ottenuto uno strapuntino accanto alle poltrone dei 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Come si sa, la massima aspirazione dell’ex potente Reich sconfitto e umiliato nella seconda guerra mondiale è di sedersi accanto ai vincitori che lo hanno riplasmato a loro immagine e somiglianza. Che volete farci, c’è chi vive di piccole cose.

Per quanto riguarda Roma, davanti a così ovvie difficoltà, un governo serio non avrebbe cercato particolari forme diplomatiche per inserirsi con titolo autorevole e credibile nel dialogo con l’Iran (i rapporti privilegiati e unici con Teheran ce lo consentirebbero) lasciando da parte una formula per noi vecchia e ormai bruciata. Fu lo stesso governo di Berlusconi con Gianfranco Fini alla Farnesina che, per pigrizia e incuria, perse l’occasione di entrare nel gruppo 5+1 all’inizio del 2006.

Ma il nuovo ministro Frattini, alla ricerca di un piccolo e immediato risultato diplomatico da ostentare davanti ai mass media, invece di trattare con prudenza questo spinoso argomento, ha coltivato le sue impossibili illusioni e le ha trasmesse all’ignaro Berlusconi rovinandogli la festa con l’amico George. La cosa più grave è che, per incuria, ignoranza diplomatica o magari per malignità, i vari consiglieri diplomatici, capi di gabinetto e super ambasciatori nelle capitali decisive li hanno mandati allo sbaraglio senza avvertirli del pericolo. E Silvio continua a prendersi addosso tutte le fregature.


IL BLOG VELINA AZZURRA

PER UNA POLITICA ESTERA SOVRANA


Ricordiamo ai lettori che abbiamo aperto di recente un blog-Velina Azzurra all’indirizzo http://velina-azzurra.blogspot.com nel quale è possibile leggere le ultime nostre newsletter. Il nostro blog, essenziale e spartano, offre anche altre opportunità: una rassegna di articoli da noi selezionati dalle più importanti fonti del web, prodotti del pensiero libero e sovrano prelevati in vari siti indipendenti e refrattari all’invadente sistema del pensiero unico. Ma anche testi e informazioni di altra provenienza che riteniamo molto “sensibili” per capire le varie tendenze nazionali e internazionali. Il nostro blog offre anche un comodo elenco di link per conoscere meglio quelli che riteniamo essere i maggiori siti “della sovranità”: una rete già più ampia di quanto si immagini, destinata ulteriormente a crescere e a coordinarsi.


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